La casa di Ugo Foscolo
La casa di Ugo Foscolo
La casa di Ugo Foscolo è stata ricostruita nel 2016, dopo essere stata completamente rasa al suolo dal terremoto che colpì l’isola di Zante nel 1953. In questa casa il poeta nacque nel 1778 e passò la sua fanciullezza fino al 1785, anno in cui si trasferì con tutta la famiglia a Spalato. Questo legame affettivo con la sua madrepatria, dove non potè più far ritorno, lo portò a scrivere tra il 1802 e il 1803 il sonetto “A Zacinto”. All’esterno della casa è presente il cenotafio di Foscolo con la statua dell’ “Angelo piangente”. La casa di Ugo Foscolo è in via Foskolou 61 a Zante città, alle spalle della taverna Varkarola.
Il sonetto
A Zacinto fu composto da Ugo Foscolo tra l’ottobre del 1802 e l’aprile del 1803 a Milano ed è uno dei più celebri sonetti endecasillabi di Ugo Foscolo. Il componimento è dedicato all’isola del mar Ionio (l’odierna Zante) dove Foscolo nacque, ed affronta il tema dell’esilio, da lui autoproclamato dopo la cessione della Repubblica di Venezia, che allora comprendeva Zante, da parte di Napoleone agli Austriaci, e della nostalgia della terra. Il poeta paragona la sua condizione a quella di Ulisse, che però fu più fortunato di lui in quanto riuscì a rimettere piede sulla sua amata Itaca, mentre Foscolo è condannato ad una “illacrimata sepoltura” (una sepoltura in una tomba su cui nessuno potrà venire a piangere) in terra straniera. Foscolo morì a Londra nel 1827.
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.